Libri che mi hanno rovinato la vita e altri amori malinconici

 




Libri che mi hanno rovinato la vita e altri amori malinconici,

Di Daria Bignardi, edito da Einaudi in febbraio 2022


«Le situazioni pericolose, tristi, luttuose mi facevano vibrare come se solo nel dramma la vita si mostrasse davvero: nuda, integra, commovente». Ciascuno di noi, anche solo per un istante, ha conosciuto l'irresistibile forza di attrazione dell'abisso. Daria Bignardi sa metterla a nudo con sincerità e luminosa ironia, rivelando le contraddizioni della sua e della nostra esistenza, in cui tutto può salvarci e dannarci insieme, da nostra madre a un libro letto per caso. 


Daria Bignardi è nata a Ferrara e vive a Milano dal 1984. Nel 2009 ha pubblicato il memoir Non vi lascerò orfani (Mondadori), che ha vinto il premio Rapallo, il premio Elsa Morante, il premio Città di Padova. Sempre per Mondadori sono usciti i suoi romanzi Un karma pesante (2010), L'acustica perfetta (2012), L'amore che ti meriti (2014), Santa degli impossibili (2015), Storia della mia ansia (2018) e Oggi faccio azzurro (2020), tradotti in molte lingue.


La particolarità di questo libro è il fatto che viene suddiviso in 12 capitoli, intitolati con i nomi dei mesi dell'anno. Durante la lettura si alternano citazioni di libri, ricordi dell'autrice (che vanno da quando era bambina fino alla presentazione del suo penultimo libro) e momenti di attualità. 


Premetto che è il primo libro che leggo di Daria Bignardi, però a mio avviso è un libro sopravvalutato. Forse sono io che non ho colto il senso, ma mi è parso un libro insipido, perché non mi ha lasciato nulla. Le citazioni mi sono piaciute, soprattutto il fatto che vengono presi in considerazione anche autori "minori" o comunque non troppo conosciuti. Quello che invece proprio non mi è piaciuto è stato lo stato malinconico che l'autrice ha portato avanti durante tutta la lettura. Perché c'è modo e modo di scrivere e descrivere la malinconia; io in questa interpretazione ci ho visto molto vittimismo e quasi rassegnazione ad essa. Tra l'altro praticamente durante tutta la lettura, vengono citati tre libri (che sono appunto quelli che le hanno rovinato la vita) ma vengono ripresi così tante volte, che alla fine rimane in testa solo il loro titolo. Altra nota negativa, a mio avviso, è che c'è molta auto-celebrazione, nel senso che vengono citati più e più volte i libri che l'autrice ha scritto prima di questo; un po' va bene, ma il troppo stroppia. Ultima cosa negativa è la disomogenea lunghezza dei capitoli; il terzo (marzo) è infinito mentre il dodicesimo (dicembre) dura poche pagine e questo mi turba parecchio. Concludo dicendo che dalla pubblicità fatta, mi aspettavo un libro più coinvolgente; non lo odio ma non lo consiglio.



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