Presentazione Roberto Patruno

NEL NOME DI ALLAH

Roberto Patruno, nato nel 1943 a Corato,è cresciuto e ha studiato a Taranto, per poi entrare in Marina - Guardia Costiera, conseguendo il grado di ammiraglio nel 2001. Nel corso della sua carriera ha ricoperto incarichi di rilievo presso la Commissione Europea e le Nazioni Unite ed è considerato uno dei massimi esperti in Europa nel campo della sicurezza della navigazione e della protezione dell'ambiente marino. Profondo conoscitore dei Paesi meridiorientali, ha lasciato il servizio attivo nel 2006. Dal 2007 al 2009 ha insegnato diritto marittimo internazionale in Accademia Navale.

Dedicatosi alla narrativa dal 2011, ha già pubblicato i romanzi "L'amore malato", "Quartetto di archi", "Thanatos" e la raccolta di racconti "Una settimana balorda". Vive e lavora a Roma.

Il suo romanzo "In nome di Allah", edito nel 2021, riporta questa trama:

Yarmouk, sobborgo a sud di Damasco, era una casa, più che un rifugio, per i profughi palestinesi, prima che la guerra civile ne facesse un luogo di disperazione e di morte. Questo racconto non è comunque la storia di Yarmouk. Non è neanche la cronaca di un genocidio, tanto meno un saggio sulla guerra siriana, né sulla follia di uomini che si combattono nel nome di Allah, o di una fede, qualunque essa sia. Molto più semplicemente, l'autore ha cercato che le parole, quelle scritte, quelle che rimangono, parlassero di un amore. In apparenza, una storia comune, una come tante nel mondo. In realtà una storia straordinaria perché, a distinguerla dalla altre, parla di un amore nato in quel campo, a Yarmouk, fra le macerie e il dolore di una città in agonia, metafora di come la vita riesca sempre e comunque, anche nei luoghi più martoriati e dimenticati, a vincere sulle persecuzioni e la morte. Un racconto che lascia con il fiato sospeso fino all'ultima pagina, dando al lettore l'impressione di essere in quel campo, a Yarmouk, testimone oculare di una guerra terribile in cui, al di là di ogni giustificazione addotta dagli schieramenti che si confrontano, sembra essere la popolazione civile, inerme e pacifica, la vittima designata.

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