Via Tacito

 VIA TACITO



Via Tacito. I racconti del calzolaio.
Di Claudio Scarpino, edito in giugno 2021

Una strana rapina in una oreficeria del quartiere Prati: nessuno sa cosa hanno rubato. Il calzolaio Pietro Russo e il suo amico poliziotto Antonio Cosentino si confrontano nei loro incontri serali e riescono a capire cosa ruota intorno alla famiglia degli orefici. Nonostante l'aiuto fondamentale dell'agente Valentina Rinaldi però stavolta nessuno scoprirà l'assassino...

Claudio Scarpino è nato nel quartiere di Centocelle a Roma nel 1956. Si è diplomato al liceo scentifico e, dopo un corso della regione Lazio come analista-programmatore, ha iniziato a lavorare nel campo dell'informatica interrompendo gli studio di ingegneria. Nel 1984 ha vinto un concorso come programmatore al Consiglio Nazionale delle Ricerche, dove lavora tuttora. A causa di un infortunio, dovendo restare a casa per diversi mesi, nel 1996 ha iniziato a scrivere prima racconti sulla sua gioventù e poi commedie, ma mai pubblicati. Poi nel 2017 si è dedicato alla sua grande passione iniziando a scrivere un romanzo poliziesco che parla dell'amicizia fra un poliziotto e un calzolaio. L'ha pubblicato nel 2020 e, siccome voleva farne una serie, nel 2021 ha pubblicato il secondo. E' sempre incentrato su due personaggi principali che, come tutti i protagonisti del libro, hanno qualcosa a che fare con la sua vita privata; luoghi e persone, amici o comunque persone conosciute.

La particolarità di questo libro è il cambio della voce narrante. Per l'80% il libro riporta il punto di vista dell'ispettore capo Cosentino ma ci sono momenti in cui (tipo la mattina al bar e la sera dopo che il poliziotto finisce il lavoro) a proseguire la storia è il calzolaio.

Consiglio questo libro a chi cerca una lettura veloce e leggera. Il lessico è scorrevole e la trama ben scritta. Purtroppo non avendo letto il primo libro (via Crescenzio) non ho colto appieno alcune sfumature ma queste non ne compromettono la storia. Bella l'ambientazione, in una Roma estranea ai non residenti. I personaggi sono ben delineati e si comprende molto bene il legame profondo che lega l'ispettore capo Cosentino al calzolaio che nonostante rimanga escluso dalle indagini risulta comunque un elemento fondamentale per la riuscita del caso. Molto comico il profilo caratterizzante la poliziotta Rinaldi che nonostante gli sforzi, proprio non le viene di parlare in italiano e alla fine si scopre essere pure laureata in lingue! In definitiva consiglio vivamente questo libro soprattutto agli amanti del genere e a chi vuole staccare un attimo la spina.

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