L'uomo che riavvolgeva il nastro

 L'UOMO CHE RIAVVOLGEVA IL NASTRO

L'uomo che riavvolgeva il nastro
Di Paolo Santaniello, edito da La Ruota Edizioni in settembre 2021

In seguito a circostanze misteriose, Massimo Roma si ritrova in possesso della capacità soprannaturale di barare a una delle regole fondamentali nel gioco della vita: può "riavvolgere il nastro", tornare indietro nel tempo di pochi minuti. Senza dirlo a nessuno, fugge in America a caccia di successo, soldi e avventure fra i tavoli del casinò di Atlantic City; mentre i fratelli Elena e Menico, dall'Italia, si mettono sulle sue tracce partendo da pochi indizi trovati nella loro casa al mare in Calabria. Nel corso di un'estate fatta di gioco d'azzardo, amore e milioni di dollari sul tavolo verde, "l'uomo che riavvolgeva il nastro" esplorerà i limiti delle possibilità del suo potere e affronterà il mistero che si nasconde dietro di esso.

Paolo Santaniello (Caserta, 1975), docente "contrastivo" di liceo in provincia di Napoli, ama la matematica, il cinema, la letteratura, i giochi, i diritti civili e il libero pensiero. Il suo primo libro di narrativo è Acero e Acciaio (Aporema Edizioni, 2020) un romanzo storico collocato nell'Europa di fine Ottocento. Nel 2021 ha pubblicato racconti di narrativa di generi vari in antologie con gli editori Ivvi, Apollo, Historica, Catartica e altri; e l'audiolibro Lo strano caso del paziente M a cura di Modus Operandi, novella horror-gotica classificata al primo posto del concorso Creepypopcorn.

Consiglio questo libro a chi cerca una lettura semplice ma non banale. Il lessico è scorrevole e la trama accattivante. Sinceramente mi ha fatto riflettere molto questo testo perché il protagonista, conscio del potere che ha, vive una vita di eccessi, provando a sbancare al casinò di Atlantic City. Anche il fatto che si dilegua senza avvisare i famigliari del suo piano mi ha lasciata abbastanza perplessa. Infatti i due poveri fratelli non avendo idea di dove fosse Massimo, si mettono sulle sue tracce basando la loro ricerca sui pochi indizi che riescono a reperire. La domanda che mi sono posta io leggendo questo libro quindi è: se succedesse nella vita reale, chi seguirebbe l'esempio di Massimo? E saremmo disposti a partire facendo sparire le nostre tracce per vivere una vita "alla giornata"? Perché in realtà non va sempre tutto come si spera o si programma...

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