Domani e per sempre

 DOMANI E PER SEMPRE

Domani e per sempre
Di Ermal Meta, edito da La Nave di Teseo in maggio 2022

E' l'inverno del 1943: nell'Europa scossa dalla seconda guerra mondiale, l'Albania subisce senza piegarsi l'occupazione tedesca. Nel piccolo villaggio di Rragam, nel nord del paese, Kajan guarda il mondo cambiare attraverso gli occhi curiosi di un bambino di sette anni. I suoi genitori sono partigiani e sono sulle montagne a combattere contro i nazisti, così accanto a lui ci sono l'amatissimo nonno Betim e Cornelius, un personaggio dal passato misterioso che segnerà la vita di Kajan. Alla fine della guerra, la vita del protagonista sembra scorrere su binari sicuri e promette di andare verso un futuro radioso, ma nell'Albania dominata dalla dittatura comunista e nell'Europa spaccata in due dalla guerra fredda, niente è come sembra. Dietro ogni angolo si nascono ombre e pericoli che spingeranno il destino di Kajan a compiere traiettorie imprevedibili. In uno straordinario romanzo di formazione, Ermal Meta racconta la storia di Kajan, che cresce nel cuore dei conflitti del Novecento, un'anima sensibile catapultata in mondi lontani.

Ermal Meta è un cantante, autore, polistrumentista e produttore musicale albanese, naturalizzato italiano. Nel 2016 pubblica il suo primo album da solista, a cui ne seguono altri tre i cui tour registrano il tutto esaurito in Italia e in Europa. In questi ultimi anni ha ottenuto premi e riconoscimenti prestigiosi in campo musicale. Domani e per sempre è il suo esordio letterario.

Consiglio a tutti di leggere questo libro anche se, a mio avviso, ci sono alcune pecche. Innanzitutto credo che l'autore non combaci con lo scrittore effettivo del testo ma questa è solo una mia idea. La cosa che mi è piaciuta di più è stata la descrizione dettagliata del regime comunista albanese ed il suo inserimento nel paesaggio politico non solo europeo ma addirittura mondiale. Mi dispiace molto sapere che le situazioni descritte sono sicuramente state vissute (almeno in parte) dall'autore o, se non direttamente, indubbiamente dai suoi parenti stretti. Un'altra cosa che invece mi ha cozzato un po' sono stati i dialoghi a tratti inverosimili in quanto la mamma di Kajan spesso si riferiva a lui chiamandolo "figlio mio" mentre lui, di rimando, rispondeva a Selie chiamandola "madre". Inoltre sono inverosimili anche le situazioni che capitano al protagonista ma d'altronde servono alla storia per avere una visuale più ampia della situazione politica al di fuori dell'Albania. Concludo rinnovando il mio invito ad acquistare e leggere il libro perché la storia prende parecchio e soprattutto ci si rende conto che in tempo di guerra (e non solo) non tutto è come sembra, anzi, a volte le persone si rivelano l'opposto di quello che appaiono.

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