Viera ricette e proverbi romagnoli. Antipasti e primi
VIERA RICETTE E PROVERBI ROMAGNOLI
ANTIPASTI E PRIMI
Viera ricette e proverbi romagnoli. Antipasti e primi
Di Paola Mattioli, edito da Edizioni WE in settembre 2021
Il quinto libro dal titolo “Viera, Ricette e proverbi romagnoli” di Edizioni WE, è un libro che unisce tre libri in uno : il primo libro abbiamo Antipasti e primi; il secondo libro: Secondi, contorni e formaggi; il terzo libro: Dolci. Non è un semplice libro di ricette, bensì è un libro storico e culturale che racchiude la vita contadina romagnola, è nato in collaborazione con la mia amica Flavia, romagnola. Ogni ricetta ha un titolo in italiano, con la traduzione in romagnolo. Sono ricette di mia mamma Viera, del passato contadino, le ho trovate in un’agenda e descrivono gli ingredienti semplici e naturali della terra che venivano utilizzati, quando ancora, ad esempio, non c’era l’olio, ma lo strutto. Vengono descritti gli strumenti che venivano usati una volta, gli abbinamenti dei vini per ogni piatto e in più le curiosità. All’interno del libro c’è una dedica a mia madre che vi invito a leggere, la sua foto e una descrizione dettagliata di cosa vuol dire per noi romagnoli mangiare, il vero valore dell’accoglienza, della condivisione non solo del cibo accompagnato da un buon bicchiere di Sangiovese, ma anche del concetto profondo dell’accettazione e dell’aiuto dell’altro, non solo con le parole e i gesti, ma concretamente.
Paola Mattioli è nata a Bologna il 27 novembre 1962. Il padre dermatologo iniziò a lavorare nei paesi della provincia di Bologna. La madre, casalinga, romagnola di Alfonsine (RA) era una donna chiacchierona e apprensiva che assecondava il marito nell'educazione iperprotettiva delle due figlie e in particolare della minore Paola. Nella famiglia c'erano anche i nonni materni e paterni. I rapporti tra le sorelle Paola e Silvia sono stati in fase alterne di complicità e di competizione. In tale contesto Paola, cresceva permeandosi di tabù e timori anacronistici ai tempi e luoghi che frequentava fuori dalla famiglia. A ciò si aggiungeva una salute precaria che non le permetteva di spiccare il volo nei meravigliosi e irripetibili anni dell'adolescenza e della gioventù costringendola a rimanere protetta e soffocata sotto una campana di vetro. La scuola magistrale sarà di giovamento grazie alla sensibilità di alcune insegnanti che comprendono il bisogno di evasione di quella ragazza. In quel periodo Paola scopre la magia e la bellezza dello scrivere. Scrivere poesie sui momenti belli o tristi che vive. Le parole gli scorrono sul foglio velocemente e la sua penna scivola via come se avesse sempre scritto. La formazione scolastica prosegue con la frequentazione di un corso professionale serale per Assistente di Comunità Infantili (due anni in uno). Paola partecipa ad un concorso nel' 95 per Educatori Nido, risulta idonea e viene assunta dal Comune di Bologna. Riprende a scrivere poesie dopo la morte di sua madre nel 2006, anno per lei molto difficile perché non avendo più i genitori sente il bisogno di fissare sulla carta ciò che di profondo sente. Lo scrivere per lei diventa necessario, essenziale. Nascono così le sue poesie dell'età matura: sentimenti profondi, ricordi amari e a volte dolorosi, sentimenti d'amore intensi e veri che lasciano trasparire una vena malinconica volta alla controversa ed irrinunciabile bellezza della vita.
Consiglio questo libro agli amanti delle tradizioni. A primo impatto questo testo sembrerebbe un mero ricettario, in realtà invece si rivela essere molto di più. Racconti, consigli, aneddoti e ricette si alternano durante la lettura, riportando uno spaccato della vita contadina di una volta in Romagna. Molto emozionante e sentita anche la dedica che l'autrice scrive per la mamma. Concludo rinnovando il mio invito ad acquistare e leggere questo libro capace di preservare le tradizioni che oramai stiamo a poco a poco perdendo.
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